Da un’indagine pubblicata sul Corriere gli italiani hanno scoperto in massa e all’improvviso l’home working e la maggioranza (il 56%) vorrebbe continuare a lavorare in remoto anche quando si tornerà alla vita normale e verranno meno le restrizioni agli spostamenti, seppure con modalità diverse, lavorando da casa soltanto qualche giorno a settimana.
Organizzazioni, aziende e lavoratori, pur se forzati da una situazione di emergenza, stanno sperimentando un nuovo modo di lavorare, usando strumenti digitali e innovativi e accelerando un processo organizzativo che in tempi normali avrebbe richiesto anni.
Questo è un traguardo da cui aziende e pubbliche amministrazioni non devono tornare indietro.
E’ un’opportunità da cogliere per ripensare i processi produttivi alla luce di una cultura dello smart working.
Lo smart working sarà inserito in modo strutturale nell’organizzazione aziendale?
E’ un modo per conciliare meglio lavoro e famiglia?
Sicuramente ha effetti positivi sull’inquinamento e sul traffico, come hanno indicato le rilevazioni di emissioni, scese drasticamente nei giorni del lockdown.
Durante questa quarantena il nostro magazine ha pubblicato diversi articoli per esplorare questa nuova modalità di lavoro e prepararsi con gli strumenti adatti a chi vorrà proseguire in questo nuovo modo di lavoro post epidemia.
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